Con una quota pari al 76% l’Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti raccolti in modo differenziato.
Una percentuale che arriva ad essere il doppio rispetto alla media europea, che risulta pari al 37% e ben superiore rispetto a tutti gli altri grandi Paesi europei. E’ quanto riportano i dati Eurostat pubblicati lo scorso settembre e resi noti dal Kyoto Club. I flussi più rilevanti sono costituiti da carta, plastica, vetro, metalli, legno, tessili: 26 milioni di tonnellate.
Seguono i rifiuti misti avviati a selezione (14 milioni) e i rifiuti organici e verdi (6 milioni). Un quadro roseo quello descritto, dove la Toscana, compresa quella del sud, rappresenta un modello di eccellenza che permette oggi di avviare a riciclo effettivo l’84% dei materiali raccolti in modo differenziato dai cittadini (Fonte Banca dati Anci Conai) arrivando così a realizzare una concreta economia circolare. Nello specifico, le filiere più efficienti risultano quella del legno (100%) con 44mila tonnellate di rifiuti avviati a effettivo riciclo su 44mila raccolte, quella dei metalli (99%) 6400 tonnellate su 6500, della carta e cartone (92%) 245mila tonnellate su 252mila, del vetro (95%) 44000 tonnellate. Le plastiche raggiungono invece una quota di avvio a riciclo che oscilla di poco intorno al 90% a seconda che siano raccolte da sole o invece come multimateriale.
Una difficoltà, quella del riciclo della plastica rispetto ad altri materiali, recentemente sottolineata in un articolo anche da Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile che segnala da una parte la difficoltosa riciclabilità delle plastiche miste, dall’altra il sempre più faticoso sbocco sul mercato dei prodotti riciclati. “I rifiuti delle plastiche miste (il plasmix) aumentano perché sono cresciuti gli imballaggi complessi, fatti con diversi strati di polimeri differenti e, per questo, più difficili e costosi da riciclare e che generano prodotti di basso valore.
Altre plastiche, più riciclabili, con l’aumento delle quantità raccolte, sono diventate più difficili da vendere.” Secondo Ronchi, quindi, sono necessari “interventi urgenti (un sostegno alla collocazione dei materiali da riciclo dei rifiuti delle plastiche, sia economico sia di sbocco) e di medio termine (per una maggiore riciclabilità di tutti gli imballaggi in plastica) da discutere e far partire con un confronto fra il Governo e i soggetti della filiera.